Decreto Sostegni 2021

E’ stato varato dal Consiglio dei ministri il Decreto Sostegni 2021.  Vi facciamo di seguito una sintesi delle misure che contiene di interesse degli artisti. BONUS 2.400 EURO LAVORATORI DELLO SPETTACOLO
Prevista un’indennità di 2.400 euro a favore dei lavoratori dello spettacolo. iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo: che abbiano almeno 30 contributi giornalieri versati al Fondo dal 1° gennaio 2019 al 23 marzo 2021, con reddito derivante non superiore a 75.000 euro, e non titolari di pensione né di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, diverso dal contratto intermittente, senza corresponsione dell'indennità di disponibilità; con almeno 7 contributi giornalieri versati dal 1° gennaio 2019 al 23 marzo 2021, cui deriva un reddito non superiore a 35.000 euro.
Le indennità, che non concorrono alla formazione del reddito, non possono essere cumulate tra loro, ma sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità.
I soggetti che hanno già beneficiato delle indennità previste dal decreto Ristori (articoli 15 e 15-bis, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176) pari a 1.000 euro riceveranno automaticamente la nuova una tantum pari a 2.400 euro, senza necessità di presentare domanda.
In caso contrario la domanda va eventualmente presentata all'INPS entro il 30 aprile 2021 secondo le indicazioni fornite dall'Istituto con apposita circolare che deve essere ancora emanata.

AZIENDE E PARTITE IVA
Si prevede un contributo a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate. Vengono quindi eliminati i codici ATECO che avevano caratterizzato i decreti Ristori. Per tali interventi, lo stanziamento complessivo ammonta a oltre 11 miliardi di euro.
Potranno presentare richiesta per questi sostegni i soggetti che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30%, calcolato sul valore medio mensile. Il nuovo meccanismo ammette le imprese con ricavi fino a 10 milioni di euro, a fronte del precedente limite di 5 milioni di euro.
L’importo del contributo a fondo perduto sarà determinato in percentuale rispetto alla differenza di fatturato rilevata, in base a 5 fasce di indennizzo:
60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100mila euro;
50% per i soggetti con ricavi o compensi da 100 mila a 400mila euro;
40% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400mila euro e fino a 1 milione di euro;
30% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione e fino a 5 milioni di euro;
20% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni e fino a 10 milioni di euro.In ogni caso, tale importo non potrà essere inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per gli altri soggetti e non potrà essere superiore a 150mila euro. Anche le startup potranno accedere ai ristori.

 
REDDITO DI CITTADINANZA
Il numero dei potenziali beneficiari è cresciuto a causa della pandemia, ed è quindi stato stanziato un ulteriore miliardo di euro. Cambia in parte la sua disciplina, con la possibilità di non perdere il sussidio qualora si trovi un lavoro a termine, consentendo a chi lo accetta di poter percepire automaticamente di nuovo il Reddito di cittadinanza, una volta terminato il lavoro, se l’importo complessivo percepito non supera la soglia prevista per l’erogazione. In tal caso senza dover nuovamente riavviare le pratiche per ottenerlo.

REDDITO DI EMERGENZA E NASPI
La platea di potenziali beneficiari supera 1,1 milioni di famiglie e comporta un incremento delle risorse destinate alla misura pari a 1,5 miliardi di euro.
In particolare, la quota che già riceve il Reddito di cittadinanza aumenterà del 20% arrivando a 402.000 potenziali beneficiari. A cui bisogna aggiungere 714.000 possibili nuovi percettori, grazie alla misura che consente di accedere all’assegno anche ai soggetti che hanno terminato tra il primo luglio 2020 e il 28 febbraio 2021 le prestazioni di naspi e discoll. Nel primo caso si stima un importo medio mensile di 550 euro, per un costo di 663,3 milioni; mentre per la seconda fascia di interessati l’importo medio mensile è di 400 euro e la spesa ammonta a 856,8 milioni.
Per quanto riguarda la Naspi dalla data di entrata in vigore del decreto Sostegni e fino al 31 dicembre 202 l’indennità è concessa a prescindere dal requisito dei 30 giorni di effettivo lavoro nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione ai fini della concessione della Naspi. CASSA INTEGRAZIONE E BLOCCO LICENZIAMENTI
Il decreto prevede un rafforzamento degli stanziamenti finanziari per le coperture della Cassa integrazione di quasi 7 miliardi per il 2021 e specifica che per la CIGO COVID sono garantite ulteriori 13 settimane da utilizzare tra il 1 aprile e il 30 giugno 2021, senza contributo addizionale. Dal 1giugno si torna all'utilizzo degli ammortizzatori ordinari con addizionale ma con contatore delle ore azzerato.
Da segnalare la prima di una serie di semplificazioni amministrative per cui tutte le domande sono accentrate in un unico sistema UNIEMENS CIG con il quale   le aziende trasmetteranno sia i dati necessari al calcolo dei trattamenti di cassa integrazione che ai pagamenti senza bisogno di inviare il modello sr141.
Il divieto di licenziamento individuale e collettivo per motivi economici è prorogato fino al 30 giugno, per tutti.  Da quella data prosegue fino al 31 ottobre 2021 solo per le imprese che utilizzano cig in deroga e CISOA ovvero piccole imprese terziario e settore agricolo. Si confermano tre possibilità di derogare al divieto che sono per cessazione definitiva dell'attività, per fallimento, per accordo sindacale con incentivi all'esodo volontario.

CARTELLE ESATTORIALI
Il Decreto Sostegno cancella le vecchie cartelle esattoriali fino a 5.000 euro emesse tra il 2000 e il 2010. Ricordiamo che l’anno di riferimento è quello in cui il cittadino è stato iscritto a ruolo proprio per la segnalazione dell’importo non pagato ad un ente di riscossione. La cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali può essere applicata soltanto a chi ha un tetto di reddito fino a 30.000 euro (limite elevato a 50.000 per le aziende).
L’Agenzia delle Entrate provvederà direttamente a stralciare il debito dei cittadini beneficiari. La propria posizione fiscale potrà essere controllata accedendo all’area riservata del sito https://www.google.com/url?q=http://www.agenziaentrateriscossione.gov.it&source=gmail&ust=1616841890594000&usg=AFQjCNGnZsrqYKeTypqRNk2oUCqSWwzt4Q">www.agenziaentrateriscossione.gov.it.
Per effettuare l’accesso, bisognerà utilizzare la Spid, la Carta d’identità elettronica o la carta nazionale dei servizi. E, possibile accedere, ma soltanto fino alla fine del mese di settembre 2021, ancora con il vecchio PIN in possesso
Si allunga al 30 aprile 2021 la sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle e altri atti di riscossione.
Il decreto Sostegni, riprendendo lo schema già adottato nel corso del 2020, congela per un ulteriore mese le cartelle rimaste “in archivio” dallo scorso 8 marzo (21 febbraio per i comuni della prima zona rossa).
L’ultima sospensione, introdotta dal decreto legge n. 7/2021, era scaduta lo scorso 28 febbraio. Dopo un mese di vuoto legislativo, il decreto Sostegni prevede un nuovo stop temporaneo, limitato al 30 aprile 2021.
Fino alla fine del prossimo mese restano bloccate anche le procedure di riscossione, cautelari ed esecutive, che non potranno essere iscritte o rese operative fino alla fine del periodo di sospensione.
In parallelo allo stop delle cartelle esattoriali, il decreto Sostegni sospende fino al 30 aprile 2021 i pignoramenti.
Inoltre sono sospesi gli obblighi derivanti da pignoramenti presso terzi effettuati, prima della data di entrata in vigore del Decreto Rilancio (19/5/2020) su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati.

Le somme pignorate non sono sottoposte a vincolo di indisponibilità, e devono essere rese fruibili al debitore anche in presenza di assegnazione disposta dal giudice dell’esecuzione. Salvo ulteriori interventi, i pignoramenti ripartiranno dal 1° maggio 2021.

Come già annunciato dal MEF, il decreto Sostegni ridisegna il calendario delle scadenze della rottamazione ter e del saldo e stralcio.
La proroga è doppia: la scadenze per le rate del 2020 passa al 31 luglio 2021, rispetto al precedente termine del 1° marzo; la scadenza per le rate del 2021 passa al 30 novembre 2021 (in questo caso continua ad applicarsi il termine di tolleranza di 5 giorni).
Nello specifico quindi, entro il 31 luglio 2021 i contribuenti che hanno aderito alla pace fiscale dovranno versare le rate della “Rottamazione-ter” e della “Definizione agevolata delle risorse UE”, scadute il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre 2020 e le rate del “Saldo e stralcio” scadute il 31 marzo e il 31 luglio 2020. Entro il 30 novembre 2021 dovranno essere versate invece le rate della “Rottamazione-ter”, della “Definizione agevolata delle risorse UE”, scadute il 28 febbraio, il 31 maggio e il 31 luglio 2021 e le rate del “Saldo e stralcio” scadute il 31 marzo e il 31 luglio 2021. Il 30 novembre 2021 è inoltre la scadenza per pagare la quarta rata dell’anno della rottamazione delle cartelle. Sarebbe inoltre confermato il differimento dei termini della trasmissione telematica della Certificazione Unica all’Agenzia delle Entrate: la dichiarazione precompilata sarà messa a disposizione dei cittadini il 10 maggio e non più il 30 aprile.